— al- di gran parte delFAfrica, e non è mai sazio, può mandare su noi quegli stessi carnefici aerei che in Egitto non si vergognarono di far strage d’insorti non armati se non di rami d’albero. L* impero ingordo che guata Costantinopoli, che dissimula il possesso d’almeno un terzo della vastità cinese, che acquista tutte le isole del Pacifico sotto 1’ Equatore con le enormi ricchezze, c non è mai sazio, può adoperare contro di noi gli stessi « mezzi »li esecuzione » adoperati contro il popolo smunto del Pundjab e denunziati dal poeta Kabindranath Tagorc « tali da non aver paragone in tutta la storia dei governi civili ». Noi saremo pur sempre vittoriosi. Tutti gli insorti di tutte le stirpi si raccoglieranno sotto il nostro segno. E gli inermi saranno armati. E la forza sarà opposta alla forza. E la nuova crociata di tutte le nazioni povere e impoverite, la nuova crociata di tutti gli uomini poveri c liberi, contro le nazioni usurpatrici e accumula-trici d'ogni ricchezza, contro le razze da preda e contro la casta degli usurai che sfruttarono ieri la guerra per sfruttare oggi la pace, la crociata novissima ristabilirà quella giustizia vera da un maniaco gelido crocifissa con quattordici chiodi spuntati e con un martello preso in prestito al cancellire tedesco del « pezzo di carta •*. Fiumani, Italiani, il 18 maggio 1919, quando gridaste in faccia al Consiglio Supremo che la storia scritta col più generoso sangue italiano non poteva fermarsi a Parigi e che voi attendevate di