— 18 — Al soffio divino non risponde oggi se non il rutto sconcio. Tutta la nazione è soddisfatta di aver digerito il suo pasto cotidiano, e non pensa se non a quello di domani e di doman l’altro. Il salmista lucano, che infiora di citazioni peregrine i suoi componimenti esortativi all’unione ventrale e alla concordia escrcraentale, può parafrasare il salmista ebraico : « D’adipe e di grassezza sia ripiena l'anima mia come la vostra ». Non c* è neppur bisogno della prudente cera d* Ulisse per turarsi le orecchie contro le strazianti sirene del Quarnaro. Basta l’adipe. Il famoso a grido di dolore *, che giungeva al cuore del secondo Emanuele, non turba 1’ Italia del terzo intenta a consumare coi cadetti americani in conviti propiziatorii i viveri mal con-crasi e a imitare diligentemente il sorriso meccanico del despota quacquero ascoltanto il buon colonnello pedagogo che rimastica i suoi primi •tudii geografici per dirci come 1’ Italia gli sia sempre apparsa « in forma di un piccolo stivale pieno zeppo di antichità •. Orgoglio latino, alza tre volte il bicchiere in onore della gente che alfine riesce ad esercitare la polizia punitiva in Fiume d’ Italia alternando col coriaceo « detective » inglese i suoi rigori. Si grida tuttavia « Italia o morte a laggiù ? E un grido storico che il Colonnello West mette con le altre antichità nel «piccolo «ti-