I. FIUME O MORTE Bisogna riconoscer? agli Italiani una lesta facilità di sbarazzarsi dell'eroismo vivente, che è incomodo e importuno, imbalsamandolo in frasi storiche da custodire negli archivii o da riporre nelle epitomi, cosi come oggi lestamente e*si affettano e trinciano e minuzzano la vittoria e la rimescolano e rimpasticciano con avanzi innominabili e ne fanno un lungo beverone da sagginare i porci. Or è poche settimane. Fiume pareva lo spasimo d' Italia come I’ Italia era Io spasimo di Fiume. Per la Pentecoste, che è la festa dello Spirito e della Fiamma, ci credemmo ingenua-mente di celebrare il giorno della città olocausta per « tutti gli italiani di qualunque credenza ». Alludendo alla parola del vangelo di Giovanni, un interprete ferisse : « Fiume oggi soffia nel viso di tutti noi Italiani, d avvampa il viso col suo soffio ; e d die* : Ricevete lo Spirito, ricevete la Fiamma ». Or è tre mesi appena.