154 SCRITT. SOPRA IL REGOL. DELL’aCQUE DEL BOLOGNESE eC. Certamente fe a’ tempi di Clemente Ottavo fofle andato il Re* no alla Stellata, o foife flato creduto poifibile il voltarvelo, fi avrebbe avuto quefto per miglior partito, per dar comodità all’ efcavazione del Po di Primaro, che voltarlo nelle valli. Celiando dunque il motivo, per cui fu rivoltato, debbe ora levarfene ; anzi mentre lo fteflb fine, per cui fu voltato nelle valli, vien meglio effettuato con voltarlo alla Stellata , colà anco a fine dell’efcavazione del Po di Primaro dee rivoltarfi. Vedano dunque i Ferrare fi, che mentre fanno iftanza, che fia efeavato Primaro, fi mettono in neceflìtà di voltar Reno alla Stellatar almeno intanto che fi faccia la richiefta efcavazione. A’ ripieghi , che propongono i Ferrarefi, come concernenti alla fira-vagante diverfione, che degnerebbero di far nelle valli, non fi debbono altre rifpofte, che quefta in generale, che efiendo quelli ordinati ad un fine direttamente oppofto a quello, che abbiamo dimoftrato richieder la natura fteifa, l’equità, e’1 pubblico bene, non vi è occafione di applicarvi. Quanto poi appartiene ad altri partiti , che fiano almeno indifferenti, e che non ripugnino al pubblico bene, non faranno mai i Bolo-gnefi , purché confeguifcano il loro intento, per farli minima oppofizio-ne. Onde rimoiTo dalle valli il Reno, feco acconfentano, che s’aprano sfoghi di valle in valle fino al mare, e fi conducano direttamente i fiumi della Romagna pure al mare; poiché in effetto qu-fte propofizioni io-no concernenti al ben pubblico, a cui Piitanze de’ Bolognefi fono unicamente ordinate. PON.