dell’ Acque correnti. ri a loro, eh: debbano effere, e quello perchè non hanno mai avvertito bene al punto importantiflimo della variazione della velocità, e come ila potentiffima cagione ad alterare maravigliofamente le mifure dell’ acque correnti: ma noi rifolvendo faciliilimamente il dubbio, polliamo dire, che quelle acque fcemano la mifura, entrate che fono nel fiume principale , perchè crefcono di velocità. Er non intendere la forza delia velocità dell’ acqua nell’ alterare la fua mifura, e farla maggiore, quando feema la velocità, e minore, quando crefce la velocità, l’Architetto Giovanni Fontana fi riduiTe a mifurare, e far mifurare da un fuo Nipote tutti i folli, e fiumi, i quali fcaricarono le loro acque nel Tevere al tempo dell’ inondazione, che fegul in Roma l’anno 1598., e ne {lampo un libretto, nel quale, raccolte le mifure dell’acqua {Iraordinaria, che entrò nel Tevere, ei fece conto, che foife cinquecento canne in circa più dell’ ordinario;enei fine di quel trattato conclude, che a levare affatto a Roma l’inondazione, farebbe neceffario fare due altri alvei eguali a quello di prefente, e che nè meno ballerebbe : e ritrovando poi, che tutta la piena pafsò fotto il Ponte Quattro Capri ( il vano del quale è di molto minor mifura delle cinquecento canne ) conclude, che fotto il detto Ponte paffarono cento cinquantuna canna di acqua premuta ( ho pollo il termine precifo di acqua premuta fcritto dal Fontana ) dove io noto diverll errori. Il primo de’ quali è penfare, che le mifure di quell’acqua prefe negli alvei di quei folli, e fiumi, doveffero mantenerfi le medefime nel Tevere ; la qual cofa, con fua pace, è falfiifima, ogni volta che quell’ acque ridotte nel Tevere non confervaffero la medefima velocità, che avevano nel luogo, nel quale il Fontana, e fuo Nipote le mifurò : e tutto quello è manifeflo dalle cofe, che noi abbiamo efplicate di fopra ; imperocché, fe Tacque ridotte nel Tevere crefcono di velocità, fcemano di mifura, e fe fcemano di velocità, crefcono di mifura. Secondariamente confiderò, che le mifure di quei folli, o fiumi, che entrarono nel Tevere al tempo diiT inondazione, non .fono le me- COROLLARIO XI. deiime