234 Discorso poco a gran numero di foffì, e icoli, maffìmamente del piano a delira , il condurre con libertà le piovane al mare lor centro ) altro non rerta a dirli, fe non che ciò fia avvenuto o dall’ eflcrlì ofliutte in fondo 1’ufeite dell’acque loro, o dall’ eiTer trafandati, ripieni, e refi, inutili ( come è in fatto ) molti di qu-’ foffi , e sbocchi, i quali tenevano afeiutte, e fané le campagne, o dall’ efferfi quelle infrigidite per l’alzamento dell’alveo, e del livello dell’acqua d’Arno fatto fuperiore ad effe molte braccia. Gran parte di rimedio farebbe dunque, fe fenza alcun rifparmio di fpefe, con la dovuta fedeltà, e buona economia amminiftrate, fi tornaf-fe dentro al tempo di pochi anni a rimetter in op;ra, e ridurre allo flato antico tutti que’ folli, e fcoli, che più or non operano, con ricavarli, e arginarli tutti inlieme con gli altri, che ne aveller bifogno, c tutto nella forma, che richiede l’arte, e’1 giud zio d;l buon Perito, il quale anche fappia difporne, e crearne altri de’ nuovi dove più la fe-guita variazione delle pendenze, e degli efiti lo ricercale; purché prima fi riaprano gli sfoghi di detti folli, quello in particolare di fiume Morto, con cavar anche quello dove ne fia il bifogno; ma fopra tutto con raddrizzarlo per la più breve, riffringirlo ali’ apertura de’ punti, ed arginarlo in moderata difianza dalle ripe fin d.ntro al mare, con incafiarvc- lo ancora per molte braccia. Non fi debba già intraprendere quella univerfile riduzione di sbocchi , foffi, e fcoli, fe allorché fi allegna il danaro per efcguirla, non fi deffinano anche l’entrate annue, e badanti a mantenerla dipoi di continuo, con l’efeavazioni folite degli altri foffì, e per rinrttarli anche ogni anno, e confervarli frmpre liberi, e correnti; poiché altrimenti ogni fpefa riunirebbe infruttuofa, e totalmente gettata . Riaperti dagli effremi Paduli in fu gli off rutti canali di quefle campagne, e così facilitato, e reffituito loro lo fcolo per Tacque proprie (le quali, come ho detto, non poffon mai aver commercio con quelle d’Arno, e per tal caufa non poflòn mai venir trattenute, ed effer fatte gonfiar per ringorgo dalle piene, ancorché maflìme, d; d.*tto fiume) non è da tralafciare di continuar a fai varie ancor d ille forcfticrc, che lon quelle de’ trabocchi, e rotture d' argini dell’ ifteflo Arno. Ciò