di Domenico Guglielmi ni. 317 fua altezza, o affé, fi avrà la mifura dell’una, e l’altra parabola; laonde fi darà'ancora la proporzione della parabola F G K alla parabola C D I. ma come la parabola F G K alla parabola C D 1 , così la D E, larghezza della prima fezione, a G H larghezza della feconda, ed è D E data : dunque farà data ancora G H. Corollario III. Similmente, fi in vece della larghezza, o dell’altezza della feconda fezione, fi aflegnerà la proporzione, che hanno fra loro le medie , o maifirae velocità dell'una, e dell’altra fezione, fi darà ancora l’altezza, e larghezza della feconda lezioni; conciolEachè fe fi faccia, come il quadrato delia velocità della prima fezione al quadrato della velocità d-Ila leconda, così C D, altezza della prima fazione, ad F G, quella iarà 1’ altezza della feconda, ritrovata la quale, pel corollario antecedente, farà ancora ritrovata la larghezza. Corollario IV. Dal progreflò della dimoflrazione apparifee, che e (Tendo la parabo. la C D I alla parabola F G K in reciproca proporzione delle larghezze G H, 1) E; ed dTendo la proporzione delle parabole C D I, F G K triplicata di quella, che ha D I a G K; ne fegue, che le larghezze fono in reciproca triplicata proporzione delle velocità, e che per confeguenza le medie velocità di diverfe fezioni dell’ifleflò canale orizzontale fono fra loro in proporzione reciproca futtriplicaca delle larghezze , ovvero come le radici cubiche delle larghezze reciprocamente . PROPOSIZIONE VIII. Dati due carali orizzontali d’ una nota altezza, e larghezza, dt’quali uno influilca nell’altro, ritrovare il ricrefcim»nto dell’ altezza , ohe farà il canale influente f>pra all’altezza dell’altro. Sia la fezione del canale ii.fluente A C d’una nota altezza viva F,s *°* A B, e di la ghezza B C, e la f ?ione del fecondo recipiente fia D E, di cui la viva altezza cognita fia D F, e la larghezza F E, bifogna ritrova. ic