174 l’ode AL TURCO che ha gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri, e quando io ho già proclamato solennemente 1’ oblio sulle lotte del passato, merita una puni- zione esemplare. Quindi rivolgendosi al turco: — Tu hai domandato una soddisfazione: eb- bene l’avrai. Fu un momento di ansia per tutti i pre- senti. Ma lo sguardo del Principe si era alquanto rasserenato. Egli cavò di tasca un foglio di carta e a voce alta lesse 1’ Ode al Turco che aveva ap- pena finito di scrivere. Il tempo ristretto che mi sono imposto per questo lavoro, non mi permette di potere pubbli- care, come avrei desiderato, una traduzione in versi di quest’ ode fatta da uno dei migliori no- stri poeti. E non è facile nemmeno dare la tra- duzione letterale; ma il concetto è questo: « Ah, vecchio leone, t’insultano? ti deridono, ti chiamano vile? Tu vile? Tu vile? Tu che hai conquistato mezzo mondo sui tuoi arabi corsieri, tu che hai fatto abbeverare i tuoi cavalli nelle acque del Mincio, e che sotto le bianche mura di Vienna hai potuto dire al signore del mondo « buon giorno? » Ti chiamano vile? Ma che cosa sarebbe stato di questa prostrata Europa se non avessi incontrato sul tuo cammino questo pugno