Scritture sopra il Regolamento quefto cavo nondimeno fi mantiene ancora per profondo, benché in-teftato nella parte inferiore ; il che dovrebbe aver cagionato interrimento, fenza la velocità, che ha in quefto cavo. E benché la parte dell’acqua del Reno, che fi fa prettamente rigurgitare in Volano, vi entri fpeffo torbida, come abbiamo più volte oflervato; nondimeno non ha punto interrito lo fpazio dell’alveo, che ella vi occupa, e tanto interrimento vi farebbe , quanto più copiofa farebbe 1’ acqua, che vi s’ introdurrebbe, e quanto più grande farebbe la fua velocità. Al prefente fi fa un gran danno all’ alveo di Volano di far perder all' acqua del Reno, che v’ entra, cinque piedi di caduta , con farle fare fino a Gaibana un giro fuperfluo di tredici, o quattordici miglia, quando non ne patta lontana, che di poche pertiche, e ciò fotto prefetto, che debba rifehiararfi per quefto circuito; il che 1* efperienza moftra non riufeire, e non etter punto necctt?.rio. Se dunque fi lafciaffe andar tutta 1’ acqua del Reno in queft’ alveo di Volano, ove ne va al prefente una parte, e vi fi conduceffe unita, e per La ttrada la più corta, non folamente s’avrebbe una comoda navigazione fenza pericolo di perderla, ma cenerebbero i danni, che cagiona il rimanente di quette acque, che ne fono efclufe. Tale era allora il mio parere iecondo lo flato , e la difpofizione di quei luoghi, che può aver variato dipoi , benché io creda, che la variazione, che farà arrivata, non farà si grande, che anche al prefea* te quefto non fia il partito più pronto, e meno difpendiofo, che potta prenderfi per provvedere nel medefimo tempo ai danni del Reno, e ftabilire una buona navigazione da Ferrara al mare, tutta nel Ferrare, fe. La caduta dell’ acqua torbida del Reno contro la Città di Ferrara fopra la medefima, che ritorna di Gaibana per entrare in Volano, era, a ragione di un piede in diecimila piedi in circa, un poco minore , che la caduta della corrente delta Senna fotto Parigi, che è d’ un piede, quattro once, e due terzi nel medefimo fpazio di dieci mila piedi, come s’è offervato con una grand itti ma diligenza, per fervire di regola alla condotta dell’acque torbide a una si gran diftanza del mare. Parigi 25. Maggio 1693, Ciò: Domenico CtiJJìni. SCRIT-