di Vincenzio Viviani. 229 pe rifare a coprirli, e filvarli dalle inondazioni, le quali giovamento, piut-tofto che nocumento poflono loro apportare. Finalmente fe e’ fia più ficuro, e più proprio lunata per lunata ( prefe coll* ordine fopraddotto ) l’intraprenderla, col farfi di fopra 3 voi. tare con lavori il corfo dell’ acqua nel canale, dove e’ fi pretenda d’incamminarla , o col farfi piuttofto di fotto col ferrarle 1’ ufeita, acciocché gonfiando, ella pofia da fe introdurvi!), io veramente non mi irrogherei di deciderlo; ma i cafi in pronto fomminiltrerebbono forfè i motivi alla più opportuna elezione. So bene, che nell’uno, e nell’altro de’ modi mi è fortito ottener l’intento: nel primo cioè, più volte fotto Firenze, che la prima fu trenta, e più anni lono l’Ifola di S. Mauro, ricuperando , col taglio fatto nel piaggione oppofto, e col lavoro da capo, fepra ottantamila feudi di terreno. Nel fecondo modo fopra a Firenze a Varlungo, dove (fotto quella Cafa reftaurata alla finiftra d’Arno, quando ella era prima alla dedra ) ferrata ch’ibbi l’apertura fra efla Caia, e’I muro antico di fotto (per la quale ufeiva allora tutt’ Arno, che aveva abbandonato il fuo letto), c fatto in quel luogo un argine inoperabile da ogni piena, e foftenu-ta da capo l’acqua, che cadeva contro la ftrada maeftra, e’1 piano di S. Salvi, riufeì, Dio lodato, il primo anno di voltarla tutta dentro un fofTò, gii preparato nel fortiflìmo, ed altiffimo greto, creatofi dentro il bel mezzo del letto d’Arno; di afficurare in un trmpu la Città, il piano, e la ftrada; di ricuperare per molte decine di migliaja di Scudi terre fioritifTìme, e di aflegnare l’anno dopo agli Ortolani i lor orti, che per molti anni avanti erano fott* acqua. E nel propofito di quanto io diffì, che la grandi ili ma fcarpa de’ lavori, ancorché cfpofti agl’¡nfulti dell’acqua, è la maffima delle ficurcz-ze, che pofTa oro conferirfi, parmi notizia da farne gran conto il fapc-re, che il fuddetto argine fotto la Cafaccia nel fuo interno non è formato d’altro, che di quella femplice, e pura rena, che era quivi contigua; e dovendofi qnclìo ridurre altiffimo fopra’1 fuo maggior fondo, e farfi perciò grottiflimo, e con gran pianta, per renderlo forte, e ficuro, ftimai neceffario di fa*gli dare una fcarpa nel più alto di più d’un braccio per braccio, col far prima a’ piedi di quella un fondamento di grotto p 3 fatto