$>o dilla Misura temente ie differenze dei quadrati inferiori delle parti dell’ altezza ( le quali poi fon tutti i numeri diipari confeguentemente minori della prima differenza ) lo sbaffamento riefce Tempre il medefimo, cioè il fiume cala fempre di altezza una di quelle parti, nelle quali fu divifa tutta 1’ altezza, ancorché quelle detrazioni fiano eguali. So, che V. Riv. non ha bifogno d’altra dichiarazione; in ogni modo per altri, a’quali venilfe in manot quella mia, mi dichiaro con un efempio. Corra un fiume in una altezza, la quale venga divifa in io. parti e-guali ; ed intendali tutta l’acqua, che patta pel fiume in un dato tempo, come farebbe in un minuto d’ora, effere 100. tali mifure ( numero quadrato del io. denominatore delle parti, nelle quali fu divifa l’altezza del fiume ) e poi fiano. divertite dal fiume diciannove di quelle miiure, delle quali tutta l’ acqua era 100. ( le quali 19. mifure fono la differenza tra il 100.,e f 81. quadrati mattimi fuffeguenti delle parti di tutta l’altezza del fiume ) lo sbaffamento del fiume farà folo un piede, cioè la decima parte di tutta 1’ altezza del fiume. E poi dico di più, che col levare 17. altre mifure delle rimanenti 81., ficchè reftino nel fiume folo 64. mifure, il fiume fi sbatta un altro piede, cioè una decima parte di tutta l’altezza del fiume, e così dalie 64. levandone 15., e poi 11., e poi 9., e poi 7-,, e 5.,e3»,.euna, fempre in quelle diver-fioni, ancora che fiano tanto ineguali, lo sbaffamento riefce eguale , cioè fempre in ciafcheduna diverfione il fiume fi sbatta un piede , che è 1 i decima parte di tutta l’altezza. Islè qui finifee la maraviglia di quello puntualiflìmo giuoco della natura; poiché occorrendo per diverfe cagioni , che il medefimo fiume e per le varie inclinazioni del fuo letto , e per altro va fempre mutando 1’ altezze fue , in ogni modo i fuddetti sbattimenti,fempre feguono colle medefime proporzioni. A me fono par-fe quelle cofe tanto belle, e di tanto grandi confeguenze nelle materie, che giornalmente occorrono intorno all’acque, che non patto far di meno di non penfirci giorno, e notte. Perchè oltre a quello,, che appartiene al grandittìmo negozio della. Laguna, di Venezia, come io ho di-moflrato in un mio particolare difcorfo, abbiamo una notizia chiara quanto fiano flati gravi i difordini feguiti nelle larghe campagne di Bologna, Ferrara, Ravenna, Romagna, e Romagnola; e potrei aggiungere «