dell’ Acque correnti.	3
primi libri degli Elementi d’Euclide, purché attentamente, e diligentemente intenda quanto fegue.
     Dico dunque, che avendo io ne’ tempi andati con diverfe occafioni fentito parlare delle mifure dell’acque de’ fiumi, e delle fontane, con dire il tal fiume è due mila, o tre mila piedi d’acqua; la tale acqua di fonte è venti, trenta, o quarant’once, ec., ancorché in sì fatta guifa
io	fentiffì trattare da tutti e in voce, e in ifcrittura, fenza varietà, e come fi fuol dire, conflanti Jermone, infino da’ Periti fteffì, ed Ingegneri, quafi che foffe cofa,che non potette aver dubbio alcuno; ia ogni nudo io rimaneva fempre involto in una caligine tale , che conofceva beniflimo di non intender niente affatto di quello, che altri pretendeva pienamente, c francamente d’intendere. Ed il mio dubbio nafceva dall’ avere frequentemente offervati molti foffi, e canali, che portano acque per far macinare molini , ne’ quali foifi, e canali venendo mifurata l’acqua, fi trovava affai grotta; ma fe era poi mifurata la medefima acqua nella cafcata, che fa per rivoltar la ruota del molino , era affai minore, non arrivando bene fpeffò alla decima, nè talvolta alla ventèlima parte, in modo tale, che la fteffa acqua corrente veniva ad effere ora più, ora meno di mifura in diverfe parti del fuo alveo : e pertanto quella maniera volgare di mifurare le acque correnti, come indeterminata , e vaga, mi cominciò meritamente ad effere fofpetta, dovendo la mifura effere determinata, ed una . E qui confeflò liberamente di aver avuto fingolare ajuto per rifolvere quella difficoltà dall’efquifita , e fot-tiliffima maniera di difcorrere, come in tutte le altre materie, così ancora in queda, dell’ llluftriffìmo, e Reverendiffimo Monfignor Ciampoli, Segretario de’ Brevi Segreti di Noilro Signore , il quale di più non perdonando alla fpefa fteffa, generofamente mi diede occafione agli anni paffati di tentare con efatte efperienze quanto paffava intorno a quefto particolare . E per efplrcare con efempio più vivamente il tutto ; intendali un vafo pieno d’acqua, come farebbe una botte, la quale fi mantenga piena, ancorché di continuo efca fuori acqua, ed efca l’acqua per due cannelle eguali d’ampiezza, una pofta nella parte inferiore del vafo, e l’altra nella parte fuperiore; è manifefto, che nel tempo, nel quale dalla parte fuperiore ufcirà una determinata mifura d’acqu?, dalla
A a	parte