IO Deila Misura COROLLARIO VIII. ABbiamo ancora probabile la cagione dell’ inondazioni del Tevere r che feguirono in Roma al tempo di Aleflandro Sefto, e di Clemen* te Settimo, le quali inondazioni vennero in tempo fereno, e fenza no» tabile disfacimento di nevi; che però diedero che dire aliai agl’ ingegni di quei tempi, Ma noi polliamo con molta probabilità affermare , che il fiume arrivaffe a tanta altezza , ed eferefeenza per lo ri tardamente dell’acque, dipendente dai gagliardiflimi, e continuati venti,che fpirarono’ in quei tempi, come viene notato nelle memorie. COROLLARIO IX. E Sfendo manifeftifllmo, che per la gran rnpia acqua poflòno creice» re i torrenti, e quelli fare rialzare per fe foli eforbitantemente il fiume, ed avendo fltoi dimoftrato, che ancora fenza nuova acqua, ma fo- Io col ritardamelo notabile il fiume ingroffa, e crefce tanto più di mifura , quanto feema la velocità ; di qui è manifefto, che effendo ciafche-duna di quelle cagioni potente per fe fteffa, e feparatamente a far cre-fcere il fiume, quando venilfe il cafo, che tutte due le cagioni cofpi* raffero infieme all’ augumento del fiume, in tal cafo feguiranno grandif-fime, ed irreparabili inondazioni» COROLLARIO X. DA quanto fi è dimoftrato fi può ancora facilmente rifolvere la dii ficoltà, che ha travagliato, e travaglia tuttavia i più diligenti, ma poco avveduti ofiervatori de’fiumi, i quali mifurando i fiumi,e torrenti, eh’ entrano in un altro fiume, come farebbe quelli, che entrano in Po ovvero quelli, che entrano in Tevere, ed avendo raccolte le fomme di quelle mifure, e conferendo le mifure dei fiumi, e torrenti, che entrano nel Tevere, con la mifura del Tevere, e le mifure di quelli, che entrano in Po, con la mifura del Po r non le ritrovano eguali, come pare a io.