di Vincenzio Viviani. 231 Ma troppo, Sermo Signore, intorno a tali affari io mi fon dift'ufo in tempo, che 1’A. V. S. fi può promettere, per lo zelantiffimo reggimento del Senatore Alamanno Arrighi, Provveditore della Parte, che le fovrafpiegate, od altre più opportune riparazioni de’ fiumi verranno mr. glio peniate, propofte, e foprantefe di quel che mi abbia laputo, o mi fappia , e poffa far io, dalla rara perizia nell’età vigorofa di Piero Guer-rini, il quale, mediante la liberal mano di V. A , ha per più anni veduto ciò, che abbiano inventato gl’ingegni delle più induftriofe Nazioni oltr’a’ monti. Che fe io, deilinato nella mia adolefcenza dal nobil genio del Sermo Ferdinando a coltivar le teoriche Matematiche, e nella mia virilità di proprio moto del inrdefimo Sovrano Mecenate fatto efente dagl’impieghi della Campagna, e di più per benigna, ed unica iuterceffìone dell’A. V. orrevolmente provveduto, affine ch’io poteffi quelle e promuovere, ed illuffrare, non mi refi, quale edere fi richiedeva , adattato alle pratiche, la grave difpiacenza, eh’ io n’ebbi, fu alleggerita dallaconfolazione di avere, dopo fatte le mie ingenue propofte, ciecamente ubbidito; di aver operato frmpre, mercè folo della divina affìffenza, con rettiffìmi fini privi di paffioni , e d’intereffì ; e finalmente di aver confrrvato all’A. V. S. incontaminata la fedeltà nell’attuai fervitù pre-ft itale pel corfo di cinqiant' anni, con brama di continuarla finché avrò fp;rito,e finché la bontà impareggiabile di V. A., congiunta alla fua Reale beneficenza, fi compiacerà di compatire in quella mia età cotanto avan. zata gl'invalidi sforzi del mio buon cuore. 3 RE-