zÓ4 Scritture sopra il Regolamento •/ione del Reno in Po grande, di cui non ho al prefente che dire più di quello, che ne dilli all’occafione di tre Scritture prefentate l’anno 1657. alla Santità d’ Aleffandro Settimo dal Marchefe Tanara, Am-bafciatore di Bologna, che effendo imprefl'e nella Stamperia della R. Camera Apofto ica, potrebbono efler vedute da quei, che fono fu i luoghi, e conferite alla prefente difpofizione de’ fiti. La maggior parte di quelle ricer.he fi faranno verifimilmente fatte queft’ anno , effendo ncceiiarie a precedere le deliberazioni da pren-derfi ; e fe reftano a farfi, non dimanderanno molto tempo, purché fi fchivino le operazioni fuperflue. La vifita de’ luoghi può fug: erire fe v’ è altra cofa, che richieda d’ elfere particolarmente oifervata per 1’ efecuzione de’ fini, che fi propongono. Parigi li 31. Maggio iópj. Ciò: Domenico Cajjìni. SCRITTURA TERZA. POichè ciò, che fcriifi l’anno fopra la propofizione di reca- pitare il Reno in Po grande, è lparfo in divcrfe lcritture, m’ è paiuto bene di fceglierne ciò, che merita più particolarmente d’eifer confiderato. Quefta propofizione in generale fu fatta la prima volta dall’Alcotti, Perito illuftre Ferrarefe, a nome cklla fua Città l’anno \6oo. in Roma, e fu pubblicata nel fuo trattato Rampato in Ferrara l’anno 1605. in quefii termini, lafciato il fuperfluo. Prepareremo un cavo, che leu il Reno da Mirabello fino quafi al Bondeno, e tra quello termine, e Vigarano chiuderemo il Po di Ferrara, e lo lafciercmo andare in compagnia del Panaro nel Po grande alla Stellata, arginandolo bene con argini gr .(fi , ed alti ec. Quello piccolo fito era accomodato alla dilpofizione della natura, elfendofi oifervata dal medefimo Aleotti, e dal Mengoli, come appare nelle loro fcritture, ftanpate in Ferrara l’anno i5oo., e 1601., che Reno, e Panaro, quando il Po grande era baffo, correvano verfo di elfo