AL LAWN—TENNIS 125 pre qualche cosa di solenne. Indipendentemente dalla posizione sociale si sentono tutti uguali, vincolati come da un patto 1’ uno all’ altro, uniti da una stessa fede e da uno stesso ideale. Che differenza coi nostri saluti cerimoniosi, coi nostri amplessi rumorosi che la maggior parte delle volte non dicono e non significano nulla! Ma torno al lawn-tennis al quale S. A. il prin- cipe Danilo, incontratomi a caso a passeggiare su e giù per Cettigne, mi invitò cortesemente ad as- sistere. Il principe di Napoli, in una tenuta che non era precisamente quella prescritta dalla moda in- glese, ma che si spiega quando si pensa che era partito con l’intenzione di non rimanervi che tre o quattro giorni invece di quindici o venti, e non pensava forse mai più che avrebbe giuocato al lawn-tennis, giuocava con la sua fidanzata, contro il ministro di Francia e la ministressa d’Inghil- terra. A uno dei lati del giuoco erano spettatori la principessa Milena circondata dalle sue figlie, tutti i diplomatici con le loro signore, compreso il turco — quello naturalmente senza signore — e un gruppo di ufficiali e di funzionari montene- grini. Lì vicino la banda militare, composta tutta di montbnegrini, che, capitanati da un capel-ma- ster boemo, in pochi mesi hanno fatto prodigi, suonava della musica nazionale serba, dall’into-