388 gimento per dogi. — Astolfo, longobardo re della settentrionale Italia, conquista l'esarchia e Ravenna, ed intima sudditanza a Roma ed al Ducato. — Papa Stefano secondo, non eccita i Veneziani, come avea fatto Gregorio, a riprendere Ravenna per darla a Leone;— motivo di questa differente politica. — L’ ambizioso Galla accusa doge Diodato d’intendere a tirannia, e gli solleva contro il popolo che lo abbacina. — Andata di Stefano secondo a Pipino, re di Francia;—e conseguenti grandissime mutazioni in Italia. — Intanto i Veneziani a frenare la potestà del doge statuiscono, che due tribuni, co’quali dovesse in tutte cose accordarsi, gli sedessero a lato. Capitolo VIII.........pag. q3i Del commercio delle marittime città della mediterranea Venezia; — e del quando e del come i Veneziani se lo abbiano tratto; — e perchè abbiano potuto conservarselo, durando le prime invasioni dei barbari in Italia, e la signoria di Odoacre, e poscia di Teodorico e del primo Giustiniano, imperatore di Costantinopoli, edei re longobardi. — Circa le regole ed ordinamenti del loro commercio ; — e dove si estendesse per Italia ; — quanto fosse dagl’ imperatori pregiato; — delle cagio-n£che lo aggrandirono; — e circa le occupazioni ed arti dei Veneziani. Capitolo IX.........pag. a63 I Veneziani, lasciata la ferocia, si volgono a migliore nelle interne cose politiche; — e doge Maurizio Gaibaio usa della potestà con sapienza e con giusto animo. — Grandi mutazioni, uscente il secolo ottavo, nella Lombardia e per la rimanente Italia, procacciate dalla sagace politica di papa Adriano I, a fare le quali molto potè la marinesca forza dei Veneziani.