3o4 servitù. Non iscorgendo alcuna ragione di temere di Carlo e di fare alleanza con lui, ed essendone molle per maggiormente stringerla con Niceforo,ricordare essere antica prudenza fuggire prima i certi, e poi gl’incerti pericoli. Tacere degli antichi beneficii degl'imperatori, e parlare dei recenti ; avere i Veneziani chiesta a Niceforo la rinnovazione d’alleanza, e facilmente averla avuta colla continuazione dei privilegi! e delle immunità ne’ traffichi; essi, minacciati da Pipino, avere domandato aiuto a quell’imperatore, ed averne avuto promessa. Per tanti meriti penserebbero abbandonar- lo e parteggiare co’ suoi emuli nell’ imperio, coi rom-pitori del patto, nell’ottocentodue solennemente stabilito? E comporterebbe Niceforo cotanta perfidia, retribuita a grandi benefizii ? Doversi più temere di Niceforo che di Carlo. Se Pipino soggiogasse i Dalmati colla marittima forza dei Veneziani fattisi alleati, certo, per la rottura di quel patto, Niceforo muoverebbe guerra a Carlo; ed i Veneziani, stretti fra-il regno mediterraneo e la marittima Dalmazia di Pipino, sarebbero poi combattuti con grave scapito da questo ambizioso, senza 1’ aiuto di Niceforo divenuto nemico. 11 quale farebbe aspra guerra marittima, perchè non conseguitasse alla perdila della Dalmazia quella della sua meridionale Italia. E quale de’ combattenti vincesse, i Veneziani certo sarebbero dal vincitore soggiogati; o da Niceforo, tanto feroce quanto tradito, o da Pipino, e da Carlo che, rompitori di un patto, romperebbero pur quello della novella alleanza per satisfare 1’ ambizione di crescere la signoria ; e già 1’ ambizione colorire di giustizia la perfidia. Doversi dunque tenere vie più stretta l’alleanza con Niceforo a conservare