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no in poi non ebbe paura dei Visigoti, nè d’altra strana gente ; c che tale sicurtà durò lino al quali 10-centocinquanta, in cui cominciò a temere dell’ invasione degli Unni, da Atlila capitanali; la quale avvenne [Kji nel quattrocentocinquautatre. Queste storiche verità ci dimostrano, che i Padovani dal quat-trocentododici al quallroccntoventuuo, epoca del primo stabilimento di Venezia in Rivoalto, ed anche lino al quattrocenlocinquanla, non potevano essere spimi da paura a spedire consoli a fondarla, quale rifugio da imminente stei minio. Ed il canonico aggiunse i suoi torti ragionamenti per sostenere il suo detto che, siccome non piacente al senato di Venezia, si volse poi ad inorpellare a quella sua sovrana assemblea con rei-loriche parole di ossequio e di sudditanza (17).
   Nè sappiamo |>oi dov’cgli abbia letto, ( giacché la suddetta scrittura non lo dice) la mandala di cento-qual lordici artetici, e di Irecentodicci allievi nell'arte di costruire battimenti, c di milleottocento soldati a-bili a cornilaItcrc per mare; nè crediamo ch'egli abbia attinto a miglior fonie che quella, tali notizie: e tanto meno il crediamo, quanto che quegli isolani da molto tempo costruivano barche c navicelle veleggiatili |>er le lagune e fuori, da Aquilcia a Ravenna,eri uno di loro, il menzionato Enlinopo, n'eia fra essi principale costruttore molto prima del qualtrocenloventuno, poscia che aveasi fabbricala più comoda casa che 1’ altre; eii oltracciò non è velisimile che in terraferiaa fossero artefici di navi e soldati marittimi da mandare in isole, dove gli uomini nascono e necessariamente *’ addestrano alle arti proprie di marittima gente.
  E meravigliammo che l’Orsato, «crivendo into.no