116 luno e Ceneda, con quasi tutto il territorio vicentino e veronese, dai Fianchi calcata; ma Vicenza e Verona còlle terre circostanti dal grande Totila tenute. E Greci e Franchi, che parevano andare a gara nel rovinare le soggettate contrade assai più che gli Ostrogoti, fecero infelicissima la già infelice mediterranea Venezia. Stando Totila per rimettere colle armi e colla prudenza la pristina possanza degli Ostrogoti, ed operando a pigliare Ravenna, rimasta con alcune terre a dimostrare cadente in Italia 1' imperio di Costantino-|Hili.e curandosi di rimediare alle calamità dello stato, Giusliniau >, timo.oso non rialzasse fortemente il trono di Teodorico, rimandò il richiamato Narsete con novello esercito a conquistare Italia. Il quale, venuto grande presso di lui (a), e peritissimo delle cose della |>ace e della guerra, fu alle radici delle Alpi giulie pubblicando di voler torre agli ariani Ostrogoti la Venezia e le altre contrade oltre Mincio e Po; a cui fare, richiese i Franchi d'Italia clic non lo impedissero; i quali, rispondendo contro suo desiderio, gli impacciarono la mente nel non sapere che far si dovesse. E fu più travagliato, vedendosi dinanzi certa perdizione che Totila, tagliando strade, rompendo argini di fiumi, ed inondando il territorio di Padova, il basso di Verona e di Adria fino al Po (&), gli avea (а) JSarsete era salito ad essere chartulariut romani imperii, cioè custode dei codicilli imperiali, e segretario dell'imperatore; cd avea pure capitanato valorosamente eserciti imperiali. (б) Procopiu», De bello gothico, libro IV.