314 o Pipino, a valicare questa brutta stagnante laguna, noi che tante volte valicammo, nuotando, i rapidissimi Rodano e Reno? chiama le navi che hai pronte; riempile di soldati, e non prima le vedranno a remi ed a vele progredire, che a’ tuoi piedi correranno chieditori di mercè ». E tosto le soldatesche alzano grido, esortando il re al valico, e ad arrappare le ricchezze che già vedeano tra lor mani. Prima sollecitudine dei Veneziani si fu placare la divinità con preci, cui rispondeano le vòlte dei templi; ed avresti veduto matrone e donzelle, come le antiche romane per pubblica sciagura, chiedere e sperare superno aiuto nell’ universale commovimento, sollevante gli animi sopra sè stessi, e tribuni e magistrati sedenti ognora nella curia a disporre e comandare tutte cose a salvezza. E tanto i Veneziani sentivano la pubblica cosa che, sebbene non fosse la prima ducale potestà che li comandasse nel cimento di battaglia che doveva farli liberi o servi, furono tanto saggi, da essere subordinati, e tanto presi da quel sentimento, da essere coraggiosissimi. Le grandi qualità della mente e del cnore fecero Vittore, nobile di Eraclea, acclamato capitano dell’armata. Lasciò navigabile il canale eh’ era via alla venuta dell’ armata francese; gli altri canali fece ingombrare con barche sommerse a peso di sassi, od impedire con palafitte, affinchè il nemico non potesse girare a circuire le isole; fece levare i pali segnanti per la laguna i luoghi e le vie più profonde d’ acqua, onde i Francesi, ignorandole, non sapessero opportunamente dirigersi; dispose innanzi una prima fila di minori navi, che assalissero i nemici, pensando di chia-