— 171 — masticato i vostri denti bianchi, nelle nostre radunate e nelle nostre camminate corali ! Misti al popolo schietto, nella libertà dell’arengo, abbiamo sprigionato l’amore sagace dai cuori più duri e più miserabili. Colui che ha un solo occhio ha veduto per tutti gli altri occhi ; e tutti gli altri occhi hanno veduto per quell’occhio solo. E colui che è il fratello di tutti ha fatto a sua somiglianza fratelli innumerevoli. E il nome di fratello s’ è rinnovellato come un virgulto che fiorisca o fogli ; s’ è candidato d’ innocenza ; è ridivenuto la più dolce e la più forte parola del linguaggio umano, una parola di comunione e una parola di coraggio, un legame dell’attimo e un suggello di eternità. « Spalla contro spalla, gomito contro gomito, un volere proteso, una fede compatta, un ardore unanime, e la stessa ansia della ventura, e la stessa passione disperata del destino, e la morte e la vittoria come i due rami di lauro e di quercia intorno alla spada corta dell’Ardito ! « Compagni, chi dirà la nostra ebrezza dei grandi giorni e delle grandi notti ? Chi mai potrà imitare l’accento delle nostre canzoni e la cadenza dei nostri passi ? Quali combattenti marciarono come noi verso l'avvenire ? * Tutto ardeva e riardeva, anche la mia malinconia ; e non so che indistinta figura suben trasse al mio viso devastato. Ero come il mio compagno di destra, ero come il mio compagno di sinistra ; ero come l’alpino, ero come il cannoniere.