>a8 pararle gloria grandissima, finanche per le regioni dall’ Egeo e dal Ponto, dall’ Oronte, dal Giordano e •lai Nilo lagnate. Dello vederli passare, sopra lor familiari barchette, d'uria in altra isoletta a visitami, quivi pigliando e più colà mettendo maggior fervore e prudenza alle opere ; fermare e tenere stretto nelle lagune ed alle foci dei fiumi il commercio loro, e poi distenderlo con opportuno consiglio per l'Adriatico, e difenderlo con 1’ armi. Quantunque, siccome dicemmo, 1’ orìgine dei Veneziani non sia stata falsata dai poeti, secondo antica teologia, fu però di qualche modo svisata dalla meraviglia, la quale si fondò sulla supposizione che dalle ■nani di pescatori ed ortolani, poveri ed ignoranti, sia uscita sì magnifica città, e si saggia e potente repubblica ; meraviglia, sorta negli stranieri per troppo presto giudizio, e nei Veneziani del tempo di poi per vanto, perchè sull’ oscura origine più grandeggiavano i meriti degli antenati. Ma perchè è uffizio dello storico dissipare le meraviglie col vero o col verisimile, secondo considerazione dei fatti e dell’ andamento e della qualità delle umane cose, e secondo guida di analogia, noi faremo osservare, che possono si bene uomini nell* industria e nella fatica collegati, fare, per severità di costumi, e fra gli stenti ed i pericoli di povera vita, ciò che uomini corrotti disfarebbero; ma tale opera ha quei limiti, segnali dallo stato e dai mezzi. Perciò, senza il terribile impeto degli Unni e delle altre armate genti che cacciarono assai fuggiaschi alle isole, i naturali abitatori di esse, e quegli avventi«; i, rimastivi |>er le invasioni dei Visigoti e dei bar-