5o7 nassero ai lor compatriotti; vivessero in pace col patrio loro reggimento ». Ma Pipino, baldo della potenza del padre e della sua, ravvolgeva per la mente cose grandissime; già allestiva in Ravenna armata contro 1’ imperiale che entrasse novellamente in Adriatico; ed i Veneziani per presta nave fecero intendere a Niceforo la necessità di rimandare 1’ armata; munirono quelle navi eh’ avea-no perle lagune; chiamarono le lontane; e quel castello, da Diodato, figliuolo di Orso doge, costruito colà sull’ultima riva di Brondolo, maggiormente fortificarono; e così, apparecchiati a validissima difesa, attendevano gli assalimenti. E Niceforo, tornalo Niceta, comandò a Paolo patrizio crescesse l’armata, e forte guerreggiasse contro Pipino; e Paolo, disegnando combatterlo in due mari, veleggiò al mar di Toscana ; distrusse Populonia, allora vicina all’odierno Piombino, e bruciando o sommergendo il naviglio di Pipino presso la costa, vi rovinò altre terre da lui tenute, mentre Niceta con altra armata veleggiava per l’Adriatico, guastando i marittimi paesi de’Franchi; ed assalì Comac-chio, antico castello, sorgente fra le lagune non lungi da Ravenna; e fece che un’armatetta co’fuochi git-tati e con ¡sbarcate soldatesche guastasse la nemica costa; ma non riuscito a pigliare Comacchio, recossi nell’ opposta Dalmazia a raffermarla nella sudditanza dell’imperatore; poi si ridusse alle isole veneziane, che onorevolmente 1’ accolsero. Intanto gli animi si alienarono da Obelerio e si rivolsero a Beato, perchè quegli avea preso moglie francese; e più si alienarono, vedendolo recarsi con Fortunato a re Pipino. Obelerio, vedendosi sospetto, e