Ma le dubbiose non compiute e generali espressioni, difetto dei detti scrittori, e le differenze fra Anastasio, Teofane, e 1’anonimo scrittore, e Gregorio di Tours, e la storia Miscella, e l’altro cronista degli antichi papi, e la critica non sempre soda dell'eruditissimo [ladre Pagi, ci fanno stare in ragionevole dubbio, e riguardare ad un altro documento e ad un fatto, net quale tutti s’ accordano. E questo documento si è la lettera di papa Giovanni medesimo tornato in Italia, scritta a tutti i vescovi della regione, rapportata dal Baronio e dai compilatori della grande collezione dei concilii (3g). Ma il Pagi la dice fulsa, siccome [loriante la data del giorno decimoterso di giugno del cinquecentoventisei , mentre Giovanni era morto a'ili diciotto di maggio, e perché essa data menziona Maximo et Olybrio coss., i quali in due diversi anni furono consoli. Ma un altro critico potrebbe dire, che questi due errori possono essere corsi per la negligenza ed ignoranza di quel tempo, senza tórre all'autenticità della lettela che ha lo stile di esso tempo, e eh'è secondo la mente e la forza di Giovanni, il quale in essa eccita i vescovi d’Italia a consecrare cattoliche le chiese ariane; il che potevano fare col favore di lor parte cattolica, cocn' egli avea fatto a Costantinopoli per opprimere, die’egli, ed estirpare gli empii ariani, dei quali n>n voleva si trovasse radice negli avvenire; e fortemente facessero contro le minacce di Teodorico, investito, die' egli, di peste ariana dentro e fuori. zi Finalmente sta il fatto da tutti riferito, e da nessuno contraddetto, e dal cardinale Raronin con belle parole da noi riferite, confessato, che il grande e giù«