3)2 essi rispondendo che venivano per pace, replicò: « dovessero arrendersi, ed andassero a dire ai mandanti, che tosto cadrebbe la pena sopra di essi, spregiatori della sua misericordia ». E comandò si mettessero tosto le navi ih apparecchio di marittima giornata. E mentre molti Veneziani ancora temevano, ed altri aocendevansi con disperato ardire a furiosi partiti, Angelo compose, frenò gli animi scompigliati, e così fortemente prese a parlamentare: « Non doversi intimidire, nè infuriare contro qnel-1’ audacia; ma lasciar che il fumo della baldanza esalasse contro Malamocco che, non dando speranza di salvezza, non sarebbe più prima sede de’Veneti, ma sì Rivoalto, maggiormente da natura munito; non i tetti ma gli uomini essere e reggere lo slato; che se le fortunose vicissitudini del combattere richiedessero la prudenza di passare da una in altra isoletta, il coraggio non passerebbe a viltà; ma sempre sarebbero imperterriti contro nemici, che per numero possono soprastare, non già per virtù, certo prosperata dalla cognizione delle lagune e del moto delle acque, e gioirebbero della vanità delle minacce, degli assalimenti e delle ree pratiche di malvagi cittadini. Non doversi rimanere alle lusinghevoli promesse che Pipino farebbe, ricordandolo sdegnato della negala alleanza ; e fermassero in mente non essere quel superbo re facile a sdimenticarla, siccome baldo di sicura vittoria ». Piacque a’guerrieri e a’cittadini queste fortissime parole, ed il prudente consiglio di trasportare la sede del governo in Rivoalto, isola, più che 1’ altre vicina al porlo del Brenta, e da presso circondata da molte i-solette, bastevoli ad albergare quella gente che abban-