a6g le più osservabili parole furono: « Dirò uomini, o belve i Longobardi? (a) E quali furono Astolfo e Desiderio che da Irent’ anni sopportiamo? non solamente mancarono di fare le convenute restituzioni, ma spogliarono altre chiese in altre città! Astolfo e Desiderio ebbero da questa sede lo scettro; ma, sdimenticandosi di tanto benefizio, i perfidi pigliarono le armi contro di lei, negante la loro richiesta. Desiderio colla potenza delle italiane soldatesche, che tutte corrono sotto le sue bandiere, s’impadronì dell’ esarchia, di gran parte del romano ducato,e medita di sottometterci;chi mn vede quale sia lo stato della chiesa?Dicendo tu, o Desiderio, ch’io vada a te, e che se chiedessi cose giuste le otterrei, non ti fai forse mio giudice? Tu mio giudice? La chiesa, regina delle genti, non ha altro giudice che quello, cui serve in dorate vesti. Forse il pontefice massimo del sommo Iddio a quel mostro servirà? Morrò più tosto, che veder la luce di sì tristissimo giorno ».E udendo egli quel suo senato ripetere, mormorando, la stessa volontà, ripigliò: « siate lieti, o fratelli; Dio non disprezzerà la vostra pietosa voce. Quanto a me, sono assai confortato, vedendo la chiesa sostenuta dalla potente spada dei re di Francia. Sperammo invano nell’aiuto degl’ imperatori orientali; che dirò? perdonate loro l’invidia che li rode; perchè vedono la novella stirpe de’Carlovingi, re de’Franchi, in tanta possanza; de’quali due volte abbiamo sperimentato il potente favore. E chi può dubitare eh’ essa non sia per divino consiglio a tanta gloria salita,per sostenere que- (a) Quid autem hoc genus hominuin, an ferarum di- xerim ? etc.