6a dutc rivelazioni ed apparizioni, accreditale per lo volgo prima e nel tempo di Sagomino, e poi rifiutale anche dai cattolici scrittori,siccome patti assurdi di troppa credulità, giti si dimostrò facile ad accogliere qualunque volgare tradizione scritta o discorsa, la quale 11011 pilcva dare autorilìi alla riferita sedizione di consoli da Padova. Quanto i critici del passato e del presente secolo deplorarono, nelle giuste ragioni di lor scienza, la moltiplicazionedi popolari dicerie edi scritti di quel tempo tenebralo da cieche falsissime credenze! E panando a dire degli storici Padovani, il canonico Scardeoni, che scrisse verso la mela del secolo de-cimosesto, non riferendo la suddetta scrittura, ma credendola autorevole, per essere nell'archivio di Padova, asserì che i Padovani mandarono consoli a fondare Venezia nel quattrocentoventuno; e volendo poi mostrare la cagione, per la quale i Padovani la fondarono, non si avvide eh' essa cagione non era stata. Poiché dice che i Padovani, temendo che Alarico re dei Visigoti, il quale avea cominciato a regnare in Italia nel qnattrncentododici, non facesse loro patire mali maggiori di quelli da Radagasio paliti, mandarono in quel-1' anno consoli a fondare e crescere Rivoalto. Ma sembra che il canonico non si ricordasse, o dis>imulasse, rhe Alarico era già morto nella (ine del quattrocento-dieci, presso la costa d'Italia, riguardante la Sicilia; e che Adolfo, succedutogli a governare i Visigoti, era già nell’anno quattrocentododici anche uscito da Italia od suo esercito, ed andato a fondare inqierio di qua e ili là dai Pirenei, in Francia cd in Ispagna, per convenzione con Onorio; e che perciò Italia da queU’an-