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libertà ; ed animarsi col pensiero che, se i Veneziani per tale alleanza fossero cacciati dalle vicissitudini della fortuna in dure necessità, avere essi sempre, non su pei monti, come Alfonso colà su quelli delle A-sturie, cedendo all’impeto degli Arabi, ma sì bene per
lo	mare, e nei marittimi luoghi, salvezza e conforto e libertà, poiché ad essi usano cotanto per traffichi, che possono stimarli come proprie sedi. E meravigliarsi udendo, che coloro i quali dicono stare o-gni potere de’Veneziani nel commercio, mettesserli poi nel pericolo di dover perdere tante navigazioni e traffichi amplissimi per l’Oriente. Sottomessi da Pipino, non rimarrebbe loro che l’odio di Ravenna e di Ancona che, discacciandoli, lascerebbero loro le sole antiche pescherecce dimore in servitù. Doversi dunque perseverare nell’ alleanza con Niceforo, e d’ altro lato nell’osservanza verso Carlo; e perciò doversi mandargli ambasceria a purgare i Veneziani dalle accuse che i loro nemici mandano in voce ; ed in ogni evento dovessero animarsi a vigorosa difesa contro Pipino assalitore ».
  Questo ragionato e coraggioso parlamento fu con grande animo accolto dall’ assemblea: e chi erano presti ad andare ovunque, per fuggire fin’ anche l’idea di servitù ; e chi fidavano nella valorosa difesa e nella vittoria: ma quelli non ¡scorgevano luoghi sicuri e prosperevoli sulle coste d’Italia o di Dalmazia, per l’invidia dei vicini, ed appresentandosene alcuno, tosto la lieta idea era rattristata dall’ altra che la vicina Ravenna sarebbe stata da Pipino favorita, magnificata e resa, più che non era, porto a gran parte d’Italia ed a Roma, procacciando vi passassero tutti i