53 terranea, eri attediò terribilmente Aquileia (a). E i agguantando ai due anni, coni prima che *' impadroniti« interamente «lolla Venezia, siamo nell'incertezza di accogliere una o l'altra di due congetture: ch'egli impiegaste, |>er alcuna cagione, quello lungo tempo nella conquista; orvero che, già compiutala, lasciarselo passare in replicale domande (b) di lerrilorii ad Onorio ed a Sliliconc per iilabilirviti col tuo cserrito. aerei tandoli essere tale stabilimento mezzo a mantenere face coll' imperio occidentale, che difenderebbe contro i minacciosi Svevi e Vandali. Ma Sliliconc a-venriogli prometto di fare tale inchiesta, consentila anche da Onorio ne' privati parlari, la negava poi, scrivendogli minacciosamente a nome di Onorio, e parlamentando al senato romauo. Ed Alarico irritalo delle lergivenazioni e del fallire, recotti olir' Alpi verso il Danubio a crescere tuo esercito con fretche truppe di barbari ; e con esse fortificato e già impratichito del («staggio di quei monti, venne poi a lare la ìecooda e più terribile invatione in Italia, il ca-lamituto guasto della prima, e la imagine di questa tornala (e) e dello sterminio di Tracia, Macedonia e Grecia, tanto tpasentarono, che molli abitatori della mediterranea Venezia ripararono, correndo I' anno qnattrocenlotre. alle itole veneziane, vantaggiandole (•) Tantum ramante nrbit judiciuni fugit, ni magli obtidionem barba ncam, quam paeatae urbis |uJiciam Telia suslinere (s. IlieronTrou» in Rufinum. lib III). (4) Oroaio, lib. VII, c. 37,*3». (c) La fama, dice il poeta Claodiano, («attendo con ter-rort le tue ali pubblicò la marcia dello esercito barbai», eal capi di cremazione l'Italia.