•9 punto dove reggesi la bilancia di queste due contrarie sentente, considereremo che molto prima di lui, e massime 'lacchè Diocleziano area diviso in quattro go-Terni il vastissimo imperio, mantenendone tuttavia l’unità, Roma non era più seggio degl’ imperatori, ma »1 ora Magonta, o Yorck, ora Aquisgrana, o Milano, e fin anche colà in Asia la deliziosa Antiochia, 0 la magnifica Nicomedia; e che la generale corruzione, le consumate molle del vecchio reggimento, i vitti di tutti gli ordini, le rotte discipline e la miseria del po|>o!o andavano disfacendo la grand’ opera di tanti eroi e di tante virtù. Ma sebbene per queste considerazioni il trasporto del seggio imperiale a Bisanzio non ti possa uniramente accagionare delta rovina, certo ne fu causa grandissima e creditrice pure del-l'al tre. Poiché Italia colla fona della sole dell’imperio avrebbe potuto rendere ine«pugnabili dai barbari 1 suoi naturali propugnacoli. Ma Costantino bisognava di sedere in una novella metropoli, secondo suo intendimento modellata, e dove i suoi voleri non fossero impediti e nemmeno impacciati da un senato che sebbene sodato dalle antiche virtù e dalT antica autorità, ricorda va la altieramente, e da un popolo intestato nell’osservanza di libere forme conservate dalla politica degli antecessori Augusti. E scorgeva che un simile bisogno aveva pure la novella religione cristiana «la loi poc'ami liberata dalle avverse leggi dell'imperio: perché sebbene avesiela dal basso stalo fatta salire s«x> sul trono, era in Roma sopraffatta dall'antica, tenuta dai più del senato e del popolo e magnificata dai riti e dalle cerimonie solenni dei templi, e dei naztoMli gloriati monumenti consacrati dalle