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miglio, paurose rii novella imminente invasione rappresentante alla lor fantasia i guasti, le stragi e gì' iu-cendii della ricordata irruzione degli Unni, si raccolsero col prezioso avere nel comune asilo dei bersagliali Italiani, dove potessero con sicurtà riguardare la novella tempesta. Nè la spaventosa vista delle lanci*.-barbariche poteva allora lasciare la s[<erauza che quel terribile Teodorico, lorchè fosse pago della sicura conquista, volesse e sapesse sulla deposla spada far sorgere giuste e prudenti leggi, non sentite, nè pensate dai romani imperatori da rentocinquanl' anni, e volte a sodamente ordinare le scompigliate e miserevoli cose •l'Italia ; ordinamenio che non doveva dorare pei troppo acerbissimi sopravvenuti rasi, che di malefiche fila intessero la tela delle sciagure d' Italia.
   L’esercito di Odoacre s' ebbe la pena della non comportata disciplina colla sconfitta nel quattrocento ottantanove, per la quale Teodorico invase le provinci e, cacciandolo alle rive dell'Adige, dove fu novellamente sconfitto dal presto vincitore, che lo ridusse a i itirarsi a Roma ; la quale, coaie suole accadere a coloro dall'alta caduti nella bassa fortuna, gli tenne duramente le porte. Allora Odoacre colle nuove soldatesche, presto raccolte nella meridionale Italia, tornò nella lasciata Ravenna a sostenere 1' assedio. Poco gli valse la fortunata sortita, che sbarattò una parte di nemici presso Faenza, che presto da altri sopravvenuti fu costretto di ridursi ne'dintorni della forte Pavia. Un esercito di Visigoti giunse dai Pirenei a fortificare quello degli Ostrogoti; ed Odoacre, uscito in campo, fu ancora sconfitto sulle rive dell’ Adda, nel quatlro-centonovanta, d’ oude si ridusse ancora in Ravenna,