335 che il prete capo dell’ambasceria, non era Ulfila, ma probabilmente un prigioniero romano, perchè i Visigoti non erano ancora cristiani ; ma quello storico non pose mente che, sebbene i supplichevoli Visigoti tali ancora non fossero, vi erano bene i piccoli Goti (parte di essi) pel fatto d’Ulfila sottoscrittore, quale metropolitano di Goti al concilio del trecentocinquantanove; e d’altra parte come mai i Visigoti che, almeno dal duecentosettantaquattro, non a-veano mai combattuto contro i Romani, potevano avere fra essi nel trecentosettantaquattro un prigioniero romano ? Ecco uno fra gl’innumerevoli casi, nei quali la storia ecclesiastica, e particolarmente quella dei concilii, spiega ed illustra la civile e politica. E perchè quella storia non solamente illustra questa, ma assai volte e per tutti i secoli cristiani ne è anzi lo spirito produttore di fatti, dovrebbe essere, più che non è, studiata dai letterati secolari che vogliono conoscere bene la storia dei governi e delle nazioni. (10) Nè qui lasciamo di dire che non prima fu bandita questa legge, Generido, goto o vandalo, fra i molti pagani, cioè politeisti, che rinunciarono agli uffizii, anzi che alla religion loro, si presentò ad Onorio, deponendo la spada d’alto grado militare, sostenuto con onorato valore. Il dolente Onorio gliene chiese la cagione, e Generido : « rinuncio all’uffizio più tosto che alla religione »; ed Onorio ; a la legge non è fatta per un uomo quale tu sci; qualunque religione tu abbi, ho bisogno de’ tuoi servigi ». E Generido rifiutò il privilegio, dicendolo disonorante i suoi compagni ;ed Onorio, timoroso di perdere il militare servigio di lui e di altri uffiziali, rivocò indi a poco la legge; rivocazione,che durò soltanto fino a’dì venticinque d’ agosto del quattrocentodieci (Codex Theodosianus, lib. 16, tit. 5, p. 170), in cui con altra legge, rivocante la libertà di coscienza, conceduta nell’anno antecedente, fu vietato a tutti gli avversarli della chiesa cattolica di radunarsi pubblicamente, sotto pena di proscrizione e di morte. (11) Quanto è alla libertà dei sopravvenuti, quei rifuggiti nelle dette spaventose epoche continuarono ad essere