■ 4o ratore che, datagli quasi illimitata potestà, si tenne intera quella di spogliamelo e richiamarlo, quale segno della sovranità. Gl’ Italiani, vedendo allora Longino impotente ad impedire la conquista dei Longobardi, si spaventarono, imaginandoli novelli I3nni sterminatori, ricordati da funesta tradizione; ed allo spavento presto seguitò devastazione di contadi, incendii di città e strage di abitatori. Onde assai gente, la più parte nobile, scapitando dalle lancie e dalle fiaccole dei Longobardi, ri* palarono a mano a mano, e secondo guerresche vicende, nelle isole vicine (a). Fra ie quali avresti veduto Grado levata u principale, perchè Paolo, scismatico vescovo di Aquileia, fuggito pure col clero e con divota gente e colle reliquie di santo Ermagora, vi ouBtrusse grande castello, che intitolò nuova Aquileia, e vi tenne sempre sua sede; e Bibione, detta poi Beb-he, dove sorse alta torre, la cui base, rimasta poi fra le rovine, vedeasi pure nel milleduecento; e Caprule, dove lo spaventato Giovanni, vescovo di Concordia, venne col clero e con gente (è) a fermare sua sede, (Oliselitendo papa Diodato; e la viciua Eraclea, che (a) Vicentiam, Verona in, et rcliquascivitates,exceptU Patario, Montis Silicij et Opitergio et Mantua et Aitino, expugnantes cepissent; populi vero ejusdem provinciac, peuitus recusantesLongobardorum sube*», malinas Ínsulas pelierunL(Sagorn., Ckrotu). Furente Longobardorum saevitia, antiqnae Venetiae proceres et moltitudo populi, illorum declinantes furo-rem marinas Ínsulas petierunL fAnd. Dand., Chron. ). (4)Hoc tempore, Concordirnsis episcopus Joannes, Loti-gobanloruui patriarchae renueus obedire, in Vico Capru-