99 vedeva questo inare, assai più vasto dell'adriatico, solcarsi da navi, e perciò non poteva certo chiamare quel golfo spatia infinita; e questa espressione, allora forse limitata dallo stretto di Gibilterra, certo significa, che i Veneziani allora e spesso veleggiavano anche per lo Mediterraneo. Ed egli, per dimostrarceli francamente periti nel navigare, ci dice che spaziavano per lo mare, come camminavano per le loro case; che se sovrastava pericolo di tempesta, rasentavano la spiaggia: e se erano rattenuti dull'affidarsi al mare, 1’ amore dell’ industriosa fatica e del commercio vol-gevali ad affrontare velegg ando le correnti delle vicine foci dei fiumi, i quali aveano le patrie isolette formato. Nè per calma di vento si rimanevano dall'andare; poiché, smontati sulle sponde, trascinavamo con funi e con pertinace fatica lor barche, cariche di sale o di altro avere, per trasportarlo a’traffichi coi Veneti mediterranei. E Cassiodoro da un sito tanto lontano, da non lasciargli distinguere dal vasto piano il cuna del fiume ed i tnarinieri pedestri per le »[tonde, crasi dilettato del vedere barche, che gli sembravano di lor moto procedere per le terre, e dell'os-servare come il flusso e i¡flusso del mare, quattro volte [>er giorno alternando, facesse verso terraferma in poche ore succedere alla distesa vista d'ampia maremma, sormontata da alture intersecata ila canali, l'altro gradevolissimospettacolo d’un vasto piano d’acqua, superato da quelle stesse allure divenute isolette. E questo ragguardare gli avrà fatto parere d'essere colà fra Mitilene e Scio, fra Statimene e Paros, o fra le vaghe egiziane isolelle, soprastanti alla benefica inondazione del Nilo. La [tiacevolissiina mutazione del-