ao6 Orso apparve troppo caldo parteggiatore degli Era-cieani, suoi compatrioti, per farli salire a maggiore potenza; disegno, in cui i Veneziani scorsero il suo intendimento di passare i limiti della data autorità. E perchè cercare sopra ogni altra cosa la propria grandezza è pericolosa vanità, quale odiatissimo manteni-tore di guerra civile per alzarsi sov" essa, cadde da pugnali trafitto, dopo undici anni di dominio, nel sette-('cntotrentasetle; e l’odio non ispcnto nelle pugnalate, si volse contro Diodato, suo figliuolo, e lo sbandeggiarono, riputandolo simile al padre. E questo doge meritevolissimo d’aver resa la patria, con nuovi modi ed ordinamenti guerreschi, formidabile ai vicini ed ai |iirali per sicurezza del commercio, che vantaggiò riprendendo Ravenna, fu vittima della ferocia suscitata dalla cupidigia di maggiore imperio. Ma il sangue del [>rincipe sparse disastrosi fatti di popolare licenza che, rompendo e leggi e autorità di magistrati, non rispettava nè patto, nè avere, nè vita; e gli assennati cittadini strettisi nell’onestà di rimettere 1’ ordine, s’ armarono e lo rimisero; e tutti pensarono di dover novellamente informare lo stato. Radunatasi l’assemblea, avresti udito discordevoli parlamenti circa la qualità del governo; chi orava essersi abolito il tribunizio per le superbiose discordie e per la mala amministrazione dei tribuni, nè doversi rifarlo; ed i più, memorando la funesta esperienza della potestà del doge, durevole a vita, e con acerbe parole appresentando la su-jiei bia di Orso, fecero che 1' odio contro lui passasse in avversione della dignità ducale, ed in decreto fosse abolita. E nelle contrarie opinioni circa il governo da mettersi, la storia dei Romani fece correreal pensiero di