i17 disposta. E questo fatto, agl’ imperiali terribile, fu occasione maggiore che 1'altra del l'aver aiutato Belisario, che il nome veneziano crescesse per tutta Italia, e finanche colà in Costantinopoli. Poiché Valeriano, prefetto di Ravenna, chiese ed ebbe da'Veneziani valido aiuto di naviglio, onde fu quello degli Ostrogoti per lo mare dinanzi ad Ancona vinto e disperso. E d'altra parte Narsete, volgendo per la mente come potesse trovar modo di evitare gl'invincibili impedimenti a progredire con sue soldatesche a Ravenna, trovò quello solo di chiedere naviglio a'Veneziani onde trasportacele per le lagune, e farle arrivare fin presso a quella città ; ed ottenutolo, soprapprese e con grande giornata sconfissegli Ostrogoti, lasciando ucciso sul campo Totila, nel cinquecenlocinquantadue, e poscia entrando signore in Roma. A Totila successe Teia che dopo valorosi ma inutili fatti, e chiesto invano soccorso ai Franchi, morì in battaglia, uscente l'anno cinquccentoquaranlatre; e fu l’ultimo re degli Ostrogoti, la signoria de’quali era per Italia durata ses-sant'anni. Totila, regnato per undici, eroe ne’guerreschi campi e nel pacifico palagio, moderato nelle proscrita, nè abbattuto nelle sciagure, vigilante, operoso, prudente, liberale e zelatore de’ buoni costumi, avea rialzato il quasi caduto im^ierio, ed avrebbelo fatto risplendere del primo splendore, se più lunga vita avesse vissuto. Narsete, come innanzi Cassiodoro, ammirò le isole de’Veneziani cresciute in forza e in industria, e dimostranti quanterpossa virtù alimentata dai travagli. Accolse in Rivoalto, fra i messi delle città della mediterranea Venezia, quelli di Padova, che, chiarita lor