. i67 per doni naturali, o per aura popolare, o per tribunesca potestà soprastavano ; tutti presi da ambizio;a caldezza ; e tutti voler comandare, e nessuno obbedire. Già nel lagrime^ole scompiglio perdersi la pubblica cosa: chi veramente comandare a chi non l>enc ubbidisce ?chi, ardente Ji cupidigia d’imperio, veramente ubbidire? contrarietà di voleri essere indugio ai decreti; nessuno cedere, e tutti correre al proprio utile, e pochi sollecitarsi dei pericoli della patria ; già doversi presto contristare a nuove grida, e piangere su nuovo sangue. Ma in che sperare salvezza? nella unicità ilei comando a provvedere, a difendere; originare dalla moltiplicità dei comandi discordie, indugi, gare, contese; unicità togliere questi danni, e prestamente operare tutte cose. Doversi considerare convenevole più ai Veneziani, che ad altra gente posta in diverse condizioni, tale reggimento, siccome quelli che non in ristretta murala città, dove il convegno è facile, ma in molte isole divisi, qua e là stanziavano con difficoltà di adunarsi ; essere ¡ter confine da parte di mare, lunghissimo lido, e da parte di terra, lunghissima spiaggia ; quinci e quiodi molli porti, molte foci di fiumi, molte fortezze, molti tribuni. Un solo couiandalore contenere nell’ uffizio i guardiani di quelle entrate; dovere i marinieri e la gente d'arme, meglio ordinati, più fortemente operare a’ suoi soli cenni;nè prima lui, difensore della patria, salire la prima nave, che tosto vedrebbersi tutte l’altre a’suoi comandi combattere concordemente; doversi fortificare lo stato nella unicità di tale co man-datore. Anche i Longobardi, già lacerati e indeboliti nelle turbolenze del reggimento per molti duchi, es-