ig5 giordomo, ramoso capitano; e ad esso mandò solenne ambascieria, e con molti doni ricchi o religiosi, chiedendolo protettore contro Leone, e difensore della chiesa e dei Romani ; ambascieria, non prima mandata da alcun papa. E Martello la accolse assai onorevolmente, e presto il trattato fu conchiuso, pel quale Car- lo si obbligava di venire in Italia per difendere la Chiesa ed i Romani,se fossero combattuti; ed essi, riconoscendolo protettore, gli conferirono l’onore del consolato, come l’imperatore Anastasio avealo conferito a re Clodoveo, vincitore dei Visigoti. E Martello mandò Grimone, aliate di Corbia, a Roma, suo ambasciatore a confermare il trattato ed a ricevere i Romani nella sua protezione. Ora rendiamo ragione dell’ordine che abbiamo tenuto nel narrare i fatti, e della assegnazione delle e-poche. La lettera di Gregorio a Leone, della quale abbiamo riferito il più importante brano, fu certo scritta almeno dieci anni da poi che Leone fu imperatore, perchè Gregorio gli dice, che per questo spazio appunto nulla avea operato contro le imagini, cioè almeno infino al settecentoventidue, essendo Leone salito al Irono nel settecentododici. Ma perchè Io ammonisce del suo errore, fu scritta nel settecentoven-tisei, in cui Leone pubblicò in Costantinopoli il primo editto di abolizione del suddetto culto, quale idolatria, e non dopo di qnell’anno, perchè Gregorio gli rinfaccia sì bene le sue minacce di farlo trarre a Costantinopoli, come Costantino avea fatto trarre papa Martino, ma non dice che si abbia attentalo contro la sua vita, come fecero poi nel settecentoventisette i ministri di Leone, iroso dell’ aver questo papa, nell’anno