a55 parole di quel tempo: « O stoltissimi fra’mortali ! qual è fra le vostre pellicce la più pregevole? questa mia che con pochissimo denaro ho comperato, o quelle che voi indossate per molti talenti? » ma poco potevano queste veridiche parole, che quei cortigiani già correvano al mal uso. E quegli ufliziali, da Pipino suo padre capitanati, eransi arricchiti, saccheggiando Alemagna, Frisia, Sassonia: e Carlo, nella sua prima guerra contro questo paese, areali novellamente arricchiti; da che doveva originare cupidigia e lusso. Gl’ imperatori di Costantinopoli tennero 1’ esar-chia fino all’ anno settecentocinquanlacinque, in cui Pipino, re de’Franchi, chiamato con religiose potenti parole da papa Stefano terzo, la tolse ad Astolfo, re de’ Longobardi, che tenevala per diritto di conquista, e la tolse per darla alla chiesa romana, senza badare al richiamo che gli ambasciatori dell’imperatore, arrivati al campo di Pipino, facevano, perchè l’esarchia fosse restituita al loro signore che n’aveva antica sovranità. E questa dazione alla chiesa romana comprendeva la esarchia, grande parte dell’ Emilia e della Pentapoli, ed il ducato di Roma (a); e, secondo le parole del suddetto papa, doveva essere cresciuta con Faenza, I-mola, Ferrara, coi loro contadi, e colle saline della spiaggia del mare, con Osimo, Ancona, Umana, Bologna, coi loro contadi (b). Finché gl’ imperatori ebbero 1’ esarchia ed altre provincie in Italia, tennero in gran conto 1’ alleanza e l’amicizia dei Veneziani, sic- (a) Anastasio Bibliot., Vit. Sleph. et Continuât. Fre-rtegarii, t. IV. (A) Codex Carotinus, epist. 8.