«99 £ quanto al timore che 1’ arcivescovado di Ravenna risorgesse indipendente, scorgeva tanto pericolo, se facesse che questa città tornasse suddita di Leone, quanto se restasse a Liutprando ; perchè quegli, nemico di lui e certo ancora de’ suoi successori per le i-magini, sosterrebbe quell’indipendenza, e farebbe essere arcivescovo chi fosse novello Felice, e porrebbe la sede sotto quella di Costantinopoli; e perchè Liutprando susciterebbe, e proteggerebbe l’indipendenza del detto arcivescovado per dominare maggiormente, maneggiando la divisione. Ma Gregorio uscì dall’ angustia di queste dubbiezze scrivendo, siccome detto è, ad Orso doge, forte esortandolo a togliere Ravenna a Liutprando, perchè fosse a Leone restituita, pensando che questo lontano imperatore, e poco potente in Italia, non riuscirebbe ad abolirvi il culto delle imagini, nè a sottomettere le terre, datesi alla sede papale; e che il vicino Liutprando, se divenisse signore di Ravenna e dell' esar-chia, verificherebbe facilmente il disegno di tórre Roma e la rimanente Italia all' imperatore, e distruggere la nascente temporale potestà del papato. £ per non lasciare i leggitori senza breve contezza del come sia terminala la terribile controversia del culto delle imagini, è bisogno sapere che l'imperatore Coslantinoquinto,soprannomaloCopronimo, succeduto a Leone, suo padre (che per venliquatlr'anni d'imperio aveva con vana fortuna combattuto o disfatto quel culto), e tenendone la massima, adunò un concilio di trecentocinquantaqualtro vescovi orientali in Costantinopoli, nell'anno setlecentocinquantaquattro(a); (a) Baronia*. Annalet eccl. •