‘94 la Chiesa si era vólto, per picciolo temporale vantaggio, a perseguitarla ». E guatato Liutprando, e scortolo nel mutamento di volto già quasi vinto, compì sua vittoria con dolcissime commoventi parole; e quel re senza dir motto a giustificarsi, si gittò a’suoi piedi, e confessandosi errato, protestò di non permettere fosse toccato il culto delle imagini, nè offesi i Romani, nè che nella persona di Gregorio si violasse la maestà della Chiesa. E pregollo di andare con lui nella basilica di s. Pietro, allora stante fuori delle mura di Roma e vicino al suo campo, e là, dinanzi a'suoi maggiori uffiziali, depose sulla tomba di santo Pietro le armi, il pendaglio, il braccialetto, il manto reale, la corona d’oro, una grande croce d’argento;e fece fervente preghiera, consacrando con essa l’offerta che faceva a Dio ; e pregò Gregorio che accogliesse in comunione il patrìzio Eutichio, per accordare ciò che si doveva a Dio con quello che si doveva a Cesare. E Gregorio assai lietamente lo ricevette, e gli levò di dosso la scomunica ; e Liutprando contentissimo si ritirò ne’ suoi stati. Gregorio, udendo che Leone avea costretto Germano a lasciare la dignità patriarcale ed a ritirarsi in un villaggio, e che avea eletto patriarca il prete Anastasio, consentitore del disfacimento delle imagini, opera rhe andava compiendosi in Oriente, rifiutò la comunicazione che il nuovo patriarca gli avea scritta per lettera; e, vedendo che non potea fidarsi dei Longobardi, e che i Veneziani sebbene tenenti per le imagini e per lui, non erano a bastanza forti in terraferma contro l’irato Leone, si rivolse ai polenti Francesi. I quali da molli anni erano governati da Carlo Martello mag-