5- minaiione in quell’ itola e nemmeno nel Pai tre, e jwi dii quei discendenti erano liberi, siccome tali furono, per le addotte ragioni, gli altri naturali ed i .«>-pravvenuti a col legarsi con essi ; questi scrittori, diro, pretesero privarli lutti ili loro libero tinto e del merito di aver fondata e cresciuta »ingoiare ammirabile città, rhe coll'industria, col coraggio e colle proprie instituzioni doveva alzarti a tanta potente magnificenza ed a tanta gloria, da fare meraviglia!»« il mondo. E diedero tale merito alla città di Padova, la quale aveste mandato nel qualirocentovenluno conio-li a fondare e reggere Rivoalto, primo stabilimento di Venezia. Ed appoggiarono lor parole ad uno scritto creduto autentico, e lo misero innanzi di lem|>o in tempo. Alcuni storici lo contrariarono sibbene, ma noo nella essenza ; nella quale se fossero penetrali, la verità saiebbe stata tanto chiarita, rhc avrebbe latto più spiccare quegli accessorii argomenti, che questi storici presero siccome principali. A fare allenta disamina di questo scritto, la quale distendemmo in un raginnamenlo (i<), ri mosse e 1* amore del vero e l’osservare con quale leggiera enradannevo'e fra or berrà su poche linee gitlala, odierno mal uso, il Darò abbia trattato questo fondamentale argomento (a) della storia d’una nazione, il cui senato,sola imagine del lontano, aveva inteso, secondo le politiche e militari op-|«>rtunità,a raccogliere le differenti e nimichevoli parti d’Italia nella tua possanza; intendimento, che avrebbe attuato, se la mutazione della via <lel rommereso fia 1’ Asia e 1’ Europa, da terrestre iu marittimo, non (a) Dani. L I. psf, 21, 22. 3*