284 Nè lasciamo di far osservare l’errore del Daru, il quale inlese Urbes Fenetiae per Venezia; errore,che egli aggiunse ad un alleo cronologico, poiché dice, contro le parole dei cronisli e degli storici, che questo trattato fu conchiuso nell’ ottocentodieci (a). Laonde le marittime città della mediterranea Venezia e della Dalmazia furono per questo trattato lasciate all’ imperio orientale. Il fatto poi che Carlo non ebbe dominio alcuno sulle isole veneziane, nè vi spedi ministri a governarle, avendone spedili negli altri avuti paesi, rafferma ciò che abbiamo detto, e tutte queste espressioni; ed a questa dimostrazione negativa s’ accompagna l’altra, che se Carlo avesse avuto dominio sulle i-sole, certo non avrebbe disposto che Pipino, suo figlio e re d’ Italia imprendesse a conquistarle nell’ ottocen-lonove, siccome nel seguente capitolo diremo. Questo patto stabiliva pure che Niceforo si curasse delle cose orientali, e Carlo delle occidentali; e quanto agli stati d'Italia, non determinava particolari confini per 1’ addotta ragione, che troppo studio e troppa opera richiederebbe.^; e due soli stati in generalità furono statuili liberi dall’ uno e dall’altro imperio; uno, formalo con le isole e coi possedimenti dei Veneziani nella vicina terraferma; l’altro, con Benevento e colle sue provincie, che il duca Grimoaldo, rimasto potente fra’ vinti duchi longobardi, fortemente a-veva saputo tenersi prima contro la forza dell’imperio d’ oriente, poi contro quella di Carlo (b). (a) Daru, lib. I. (b) Beneventatms autem, gentis longobardae Dux, et si graeco magis favebat, neutri tamen imperatorum subditus