135 Trebberò costruite 0(1 acconciate comode abitazioni nelle novelle elette dimore; le quali fatture avrebbero dato guadagno, che la speranza, sostegno dei travagliati, loro appresentava dover crescere in quelle isole, presagite di più in più avventurose per traffichi. Quantunque i naturali fossero tanto moralmente diversi dai sopravvenuti, da dover sembrare che non si affacessero, pure, essendo 1’ uomo animale compagnevole, e rendendo i reciproci bisogni forte e necessario questo spontaneo movimento al convivere ed al soccorrere, vedi naturali e sopravvenuti congiungersi con fratellevole amistà. E questi ultimi s’ acconciarono ad abitare, più che le altre isole, Malamocco e Rivoalto, depositi di merci ed alberghi de’lor guardiani, dispo-sitori di trasportarle a'traffichi ; e talora recavansi ai lasciati luoghi: ed i più v’ andavano, non per rimettersi a dimorarvi, ma per raccogliere paurosamente alcun celato prezioso avere da una terra, che cogli spaventosi segni d’incendio e di morte diceva loro, tornassero alla sicura patria novella. Dove gioiosi andavano lor dimore accomodando a patria slabile, per le mani dei servi, degli artigiani e dei naturali, perchè la troppo rozzezza ed angustia dei poveri trovati alberghi, o dei frettosamente modellati, Don si aflace-vaoo ai maggiori bisogni messi dalle idee cittadinesche. L‘ esempio delle assidue e varie fatiche dei naturali, quella lor presta risolutezza alle opere, andavano invogliando i ricchi a far costruire case,e ad allegrare gli artigiani in servirli ; e quelli nella scuola delle disavventure lasciavano l'alterigia; e questi le sdimenticavano nel lavoro, fonte di agiatezza e di libertà ; e tutti godevano di una patria naturalmente difesa da tanti