XI dere i leggitori, rlie non sapessero più Lì, ingannati a discrederei Veneziani liberi nell’origine e nel tempo di poi. Trattando di questa cosa, tanto passata e talmente perduta, che lo scriverne è più spulati vo ciie reale onore, ed amando la verità, a libiamo mirato a mantenere la storia salva da queste e da altre fallaci parole di questo scrittore, le quali faremo vedere op|>ortunanieute, e da quelle che leggonsi in lettere e dicerie, iu mezzi od interi romanzi circa Venezia, distesi in questi giorni da Italiani o da stranieri, poco investigatori del vero per negligenza o per fidante ignoranza, o studiosi di non dirlo per malevolenza. E ci spiacque che troppi Italiani se nc Meno fatti seguaci, anzi die esaminatori, e se ne Meno resi tali anciir in altre materie; e che inoltre vadano corronqiendo le patrie lettere con locuzioni straniere, e perno turbare fra noi : lettere risplendenti fra tutte le nazioni dove si ristampano e si studiano i nostri classici, maggiore nostra vergogna. E affinchè tale formitela non progredisca. S. M commise al instaurato nazionale Istituto di scienze e lettere l'uffizio di conservare la nazionale letteratura (a). la) Regolamento organico per li