— 106 — maggio. E c’ è un altro più misterioso Timavo, un Timavo purpureo, fatto d’ innumerevoli sorgenti umane, fatto di tutto il giovenile sangue adunato che corre sotterra, che cerca la sua via, che cerca il suo fato, che ha la sua foce nel futuro. Passa di qui, traversa il vallo romano. C’ è chi nella notte ne ascolta il profondo rumore. Soffre. Le correnti di sotterra soffrono. Teme di perdersi. Ha la volontà di apparire. Dategli la sua foce ! Giovinezza di Fiume, vergine forza di Fiume, dagli la sua via, dàgli il suo fato, toglilo dal suo buio ! I GIOVANI. Eccoci ! IL COMANDANTE. Giovani, liberiamoci. Rompiamo tutte le scorze, fendiamo tutte le croste. Incominciamo a rivivere. Incominciamo la vita nuova. Io non voglio logorarmi, nè abbassarmi, nè perdermi. Io voglio morire lottando. Non voglio morire languendo. 10 non voglio cedere la mia primogenitura per qualche sacco di grano. II grano io vado a prendermelo dove si trova. Domando alla città di vita un atto di vita. Fondiamo in Fiume d’ Italia, nella Marca orientale d’ Italia, lo Stato libero del Carnaro. 11 popolo edifichi. Il legionario costruisca.