358 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 2. questo difficile negozio.1 Contemporaneamente corse voce che il settantanovenne pontefice avrebbe deputato cardinali per il governo dello Stato pontifìcio e per accudire ai negozi politici.2 Questo piano fu poco dopo eseguito in una maniera, che fu fatale per Paolo IV, fatale anche per la Chiesa. Pieno di diffidenza verso i cardinali, che lo avevano eletto quasi contro il loro volere, il papa credette di trovare più sicuramente le qualità necessarie per la direzione degli affari politici, quella che fu poi la segreteria di Stato, in un membro della sua famiglia. In un concistoro del 7 giugno 1555 veniva nominato cardinale diacono Carlo Carafa, il più giovane dei figli del conte di Montorio, Giovanni Alfonso, fratello seniore defunto del papa3 ed ai 15 di luglio Carlo Carafa otteneva l’ufficio che avevano occupato sotto Paolo III Alessandro Farnese e sotto Giulio III Innocenzo del Monte. I nunzi ricevettero l’istruzione di dare al cardinale la stessa fiducia come al papa in persona.4 Il papa concepì in certo modo come naturale questo ordinamento delle cose operato anche da tanti suoi predecessori, senza essere guidato da eccessivo amore per la sua famiglia, come del resto in generale il suo nepotismo non fondossi sull’egoismo e propensione alla famiglia, che furono proprii di tanti papi del rinascimento.6 Gli è tanto più tragico che la sua scelta cadesse su una persona che non poteva essere più inadatta. Carlo Carafa era il tipo del condottiere italiano. Uomo capace, ma senza coscienza, egli aveva dietro di sè un passato molto movimentato ed avventuroso. Nato nel 1517 o 1519, era stato da fanciullo paggio del cardinale Pompeo Colonna, poi passò nel seguito di Pier Luigi Farnese, per dedicarsi finalmente del tutto al mestiere delle armi, 1 Nella * lettera del 29 maggio 1555 IT. Gozzadini riferisce; «S. Stà ha fatto una exortatione a tutti li cardinali a dovere vivere da cardinali et con molta efficacia cou accennare che vuole che si attendi alla reformatione et che he delle prime cose che si facciano et darle fine » Archivio di Stato in B ologna. 2 V. la * lettera di U. Gozzadini del 29 maggio 1555. Archivio di Stato in Bologna. 3 V. Acta consist. presso Gulik-Eubel III, 38 e Massarellt 273. Carafa non ricevette l’ordinazione sacerdotale : non sapeva il latino ; v. Nonciat. II, 362. 4 V. il ** breve del 15 luglio 1555 al cardinale Carafa sfuggito persino al-I’Ancel (Secret. pont. 6). Archivio segreto pontificio ( Arm. 44, t. 4, n. 168). 6 A ragione ciò è sostenuto da Ranke (Päpste I6, 195) e Susta (Mitteil. des Österreich. Instit. vol. suppl. VI, 551). Insieme però io non posso valutare tanto come essi fanno il riguardo alla politica antispagnuola. Susta mostra assai bene come il disgraziato sistema del nepotismo fosse in certo senso inevitabile nello Stato pontificio. Cfr. anche Felten nel Kirchenlexicon di Freiburg IX2, 104 s.