— 49 — vale • della sua geografia puerile. Agli Italiani enfii del beverone di Caporctto deve sembrar più remoto e più fioco della sentenza scritta con l’indice intinto nel sangue nero dal fuoruscito fiorentino di Montemurlo. Deve sembrar più leggendario delle tre parole che la mano invisibile tracciò sul muro del convito di Bal-thazar mentre il nemico penetrava in Babilonia. Il nemico è penetrato nell* intima carne d* Italia ; perchè 1* Italia non è in quelli che di lei vivono trafficandola e falsandola senza pudore, ma in quelli che per lei sola vivono e per lei sola patiscono e per lei sola sono pronti a morire. « L* Italia conosce la fame, non conosce il disonore > disse il ciarlone che nella immunità di Vallombrosa restaura oggi le sue forze compromesse dalle troppe salivazioni e lacrimazioni intempestive, mentre a lui colpevole di grazia-neria (gli Italiani capiscono ancora l’italiano, almeno quello dei bisticci ? ) converrebbe fosse applicata la ragion sommaria del generale Gra-ziani punitore encomiabile. « L’ Italia, se non conosce la fame, conosce il disonore * chiosa un altro parolaio senza lacrime, imprimendo l'est remo sussulto dell'applauso aU'assemhlea moribonda che perisce di coprofagia col muso nel trògolo dell’ Inchiesta. SI, 1* Italia oggi conosce il disonore, e senza rossore, senza rivolta. Fisa al ventre cinico ed