IL CONCORDATO CON LA SANTA SEDE 299 dosse con l’istruzione e con l’impianto delle scuo- le, dall’altra, appunto perchè l’invio di un vesco- vo nella sede dell’ antico primate della Serbia aveva un carattere politico, c’era chi aveva inte- resse ad attraversare quelle trattative. Il concor- dato, in virtù del quale si istituì il vescovo d’An- tivari, non fu un successo per 1’ Austria, fu una vittoria diplomatica per il Montenegro, la quale, durante il mio soggiorno a Cettigne, era ricordata, nei giorni di ricevimento, dalla fascia bianca e gialla che portava il Sundecich, e dal gran cordone dell’ ordine di San Gregorio Magno, del quale Sua Santità lo decorò dopo la firma del Concordato. Un cordone di San Gregorio Magno fra i serbi della Catunscia, in pieno paese ortodosso. Chi me lo avesse detto ! Un’altro successo del Montenegro consistè nel- 1’ avere ottenuto per la liturgia l’uso della lingua del paese. Ma i primi libri religiosi in slavo man- dati daRoma, direttamente dal Vaticano, insieme a una lettera di Leone XIII, non pervennero a destinazione. Ed è ancora un mistero quella scomparsa ! Il concordato, del quale il Moniteur De Rome del 4 novembre 1886 pubblicò il testo ufficiale, ha fatto e fa buona prova. Un articolo di esso stabilisce che il vescovo,